E' del 21 marzo 2012 un comunicato stampa dell'Agenzia delle Entrate sulla scoperta di un'evasione da oltre 800mila euro consumata in un noto ristorante di Siracusa. Il meccanismo evasivo scoperto seguiva un copione piuttosto semplice, quello di rilasciare ai clienti i cosiddetti "conti ristorante" invece di "scontrini" e "ricevute", documenti, dunque, privi di qualsiasi rilevanza ai fini impositivi.
Si è scoperto che, a fronte di quasi 4.000 "conti ristorante", le ricevute fiscali emesse risultavano non più di 500.
La segnalazione che ha fatto scattare la verifica è partita da un cliente del rinomato locale della riviera siracusana, le cui specialità sono piatti a base di pesce.
Dal controllo effettuato sulle fatture passive, inoltre, le quantità di pesce fresco, frutti di mare, crostacei e altre materie prime acquistate, risultavano modeste rispetto ai "conti ristorante" emessi e in alcuni mesi dell’anno addirittura pari a zero.
I funzionari dell’Agenzia delle Entrate, non potendo risalire al reale consumo di materie prime, hanno pertanto ricostruito i ricavi non dichiarati, per un ammontare totale di oltre 800mila euro, attraverso il metodo induttivo denominato "tovagliometro". Questo sistema si fonda sul conteggio del numero di tovaglioli portati in lavanderia, indice dei coperti e, quindi, degli incassi del ristorante.
Si dovranno aspettare, adesso, i quasi certi ricorsi nelle Commissioni Tributarie competenti e i diversi gradi di giudizio, per vedere se le ragioni delle Fiamme Gialle verranno confermate. Quello che si vuole sottolineare, in questa sede, è il cambiamento della coscienza del comune cittadino nei confronti dei "furbetti", segno che la crisi e i sacrifici cui siamo chiamati in questi giorni sta ormai azzerando quella tolleranza che ha, per troppi anni, pervaso la società italiana.
Si è scoperto che, a fronte di quasi 4.000 "conti ristorante", le ricevute fiscali emesse risultavano non più di 500.
La segnalazione che ha fatto scattare la verifica è partita da un cliente del rinomato locale della riviera siracusana, le cui specialità sono piatti a base di pesce.
Dal controllo effettuato sulle fatture passive, inoltre, le quantità di pesce fresco, frutti di mare, crostacei e altre materie prime acquistate, risultavano modeste rispetto ai "conti ristorante" emessi e in alcuni mesi dell’anno addirittura pari a zero.
I funzionari dell’Agenzia delle Entrate, non potendo risalire al reale consumo di materie prime, hanno pertanto ricostruito i ricavi non dichiarati, per un ammontare totale di oltre 800mila euro, attraverso il metodo induttivo denominato "tovagliometro". Questo sistema si fonda sul conteggio del numero di tovaglioli portati in lavanderia, indice dei coperti e, quindi, degli incassi del ristorante.
Si dovranno aspettare, adesso, i quasi certi ricorsi nelle Commissioni Tributarie competenti e i diversi gradi di giudizio, per vedere se le ragioni delle Fiamme Gialle verranno confermate. Quello che si vuole sottolineare, in questa sede, è il cambiamento della coscienza del comune cittadino nei confronti dei "furbetti", segno che la crisi e i sacrifici cui siamo chiamati in questi giorni sta ormai azzerando quella tolleranza che ha, per troppi anni, pervaso la società italiana.
Li Gioi Giovanni
Studio Fiscale Li Gioi
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