Un'altra anomalia dis-economica tutta italiana è che molti non sanno che da qualche tempo è ormai prevista la possibilità, per chi ha intenzione di mettersi in proprio e investire in una attività economica, di poterlo fare ricevendo dallo Stato più della metà dei fondi necessari, tra spese per investimenti e spese di gestione, completamente a fondo perduto (non vanno cioè rimborsati) e l'altra metà attraverso un prestito agevolato (cioè ad un tasso di interesse irrisorio e rimborsabile in cinque anni). L'agevolazione fu prevista per la prima volta dalla legge 608/1996 allora denominata "Prestito d'onore" gestita da Sviluppo Italia S.p.a. che dopo aver cambiato varie denominazioni, gestore e modalità di erogazione è giunta sino a noi come "Lavoro Autonomo" ed è oggi gestita da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese. La misura è particolarmente adatta a chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro ma nulla vieta che le agevolazioni vengano concesse anche a persone più avanti negli anni, purchè inoccupate. Non esistono, dunque, limiti di età, ma nemmeno graduatorie di merito (nel senso che non vi è un numero massimo di persone che può essere ammesso). Non vi è scadenza (può essere presentata in qualsiasi periodo dell'anno), non è rivolta ad uno specifico settore (va bene per i servizi tanto quanto la produzione di beni) e nemmeno ad un particolare territorio (da nord a sud tutti quanti ne possono beneficiare). Ogni momento è perciò potenzialmente vantaggioso per chi ha la volontà di realizzare il sogno di crearsi da solo il proprio "posto di lavoro". La domanda di presentazione è molto semplice e verrà compilata direttamente on-line dal sito http://www.autoimpiego.invitalia.it/lavaut_attivita.asp. Non servono quindi marche da bollo e nemmeno lettere raccomandate (almeno in questa fase). Il form ci guiderà automaticamente, in modo molto semplice e passo dopo passo ad introdurre la descrizione di chi siamo e le caratteristiche dell'attività che abbiamo intenzione di realizzare: ambito territoriale in cui si inserisce, quali sono i punti di forza e di debolezza, le possibili future minacce, le opportunità di sviluppo, ecc. In sostanza, quasi senza accorgersene si finisce per aver compilato un verò e proprio MINI-Business plan. Fondamentale, per riuscire ad essere ammessi e ottenere le agevolazioni sarà la coerenza tra il profilo del proponente e l'idea imprenditoriale (se sono un parrucchiere difficilmente mi concederanno i fondi per "aprire" una pasticceria, ma molto probabilmente quelli per aprire una sala), la fattibilità tecnico-economica dell'iniziativa [cioè, se le prospettive sono realmente reali, "fattibili" e consentano un ritorno dall'investimento (e soprattutto consentano il rimborso del finanziamento e di mantenere un margine per il proponente). Dunque, se la mia idea imprenditoriale è quella di creare un negozio per la vendita di palloncini per feste di bambini e abito in un villaggio sperduto della Valle D'Aosta dove l'età media è di 74 anni e la natalità pressochè zero, difficilmente mi accetteranno la domanda dato che dall'investimento non rientrerei sicuramente nemmeno in cento anni, ma se abito a Roma o a Catania, Siracusa, ecc. molto probabilmente si) e, infine, la sua cantierabilità (ovvero l'effettiva e immediata realizzabilità: se mi dessero cioè oggi quei fondi io dovrei avere la possibilità di mettermi immediatamente in moto per la realizzazione). Qualora questi requisiti siano soddisfatti e coerenti, la seconda tappa fondamentale è il colloquio, dove, a meno che non ci si sia inventato tutto di sana pianta, nulla osterà all'effettiva concessione dell'agevolazione. Ovviamente, ci sono dei limiti.
lunedì 29 marzo 2010
Crearsi il "posto di lavoro" con un contributo a fondo perduto e prestiti a tasso agevolato
Un'altra anomalia dis-economica tutta italiana è che molti non sanno che da qualche tempo è ormai prevista la possibilità, per chi ha intenzione di mettersi in proprio e investire in una attività economica, di poterlo fare ricevendo dallo Stato più della metà dei fondi necessari, tra spese per investimenti e spese di gestione, completamente a fondo perduto (non vanno cioè rimborsati) e l'altra metà attraverso un prestito agevolato (cioè ad un tasso di interesse irrisorio e rimborsabile in cinque anni). L'agevolazione fu prevista per la prima volta dalla legge 608/1996 allora denominata "Prestito d'onore" gestita da Sviluppo Italia S.p.a. che dopo aver cambiato varie denominazioni, gestore e modalità di erogazione è giunta sino a noi come "Lavoro Autonomo" ed è oggi gestita da Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese. La misura è particolarmente adatta a chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro ma nulla vieta che le agevolazioni vengano concesse anche a persone più avanti negli anni, purchè inoccupate. Non esistono, dunque, limiti di età, ma nemmeno graduatorie di merito (nel senso che non vi è un numero massimo di persone che può essere ammesso). Non vi è scadenza (può essere presentata in qualsiasi periodo dell'anno), non è rivolta ad uno specifico settore (va bene per i servizi tanto quanto la produzione di beni) e nemmeno ad un particolare territorio (da nord a sud tutti quanti ne possono beneficiare). Ogni momento è perciò potenzialmente vantaggioso per chi ha la volontà di realizzare il sogno di crearsi da solo il proprio "posto di lavoro". La domanda di presentazione è molto semplice e verrà compilata direttamente on-line dal sito http://www.autoimpiego.invitalia.it/lavaut_attivita.asp. Non servono quindi marche da bollo e nemmeno lettere raccomandate (almeno in questa fase). Il form ci guiderà automaticamente, in modo molto semplice e passo dopo passo ad introdurre la descrizione di chi siamo e le caratteristiche dell'attività che abbiamo intenzione di realizzare: ambito territoriale in cui si inserisce, quali sono i punti di forza e di debolezza, le possibili future minacce, le opportunità di sviluppo, ecc. In sostanza, quasi senza accorgersene si finisce per aver compilato un verò e proprio MINI-Business plan. Fondamentale, per riuscire ad essere ammessi e ottenere le agevolazioni sarà la coerenza tra il profilo del proponente e l'idea imprenditoriale (se sono un parrucchiere difficilmente mi concederanno i fondi per "aprire" una pasticceria, ma molto probabilmente quelli per aprire una sala), la fattibilità tecnico-economica dell'iniziativa [cioè, se le prospettive sono realmente reali, "fattibili" e consentano un ritorno dall'investimento (e soprattutto consentano il rimborso del finanziamento e di mantenere un margine per il proponente). Dunque, se la mia idea imprenditoriale è quella di creare un negozio per la vendita di palloncini per feste di bambini e abito in un villaggio sperduto della Valle D'Aosta dove l'età media è di 74 anni e la natalità pressochè zero, difficilmente mi accetteranno la domanda dato che dall'investimento non rientrerei sicuramente nemmeno in cento anni, ma se abito a Roma o a Catania, Siracusa, ecc. molto probabilmente si) e, infine, la sua cantierabilità (ovvero l'effettiva e immediata realizzabilità: se mi dessero cioè oggi quei fondi io dovrei avere la possibilità di mettermi immediatamente in moto per la realizzazione). Qualora questi requisiti siano soddisfatti e coerenti, la seconda tappa fondamentale è il colloquio, dove, a meno che non ci si sia inventato tutto di sana pianta, nulla osterà all'effettiva concessione dell'agevolazione. Ovviamente, ci sono dei limiti.
martedì 23 marzo 2010
Incentivi al via: sconti su scooter, mobili da cucina, forni, cappe, piani cottura, scaldini...e case! Dal 6 aprile!
Ma siccome il mio mestiere non è rovinare la festa ma aprire gli occhi, tralasciando per ora quello che non si è fatto e provando a ragionare con l'ottica del bicchiere mezzo pieno e con la logica che "il poco, anche se non per tutti, è sempre meglio di niente" cercherò di dare una mano a chi segue il blog per riuscire ad avvantaggiarsi degli incentivi, la cui partenza è prevista per il 6 aprile e la durata fino al 31 dicembre 2010 "fino a esaurimento risorse" (che ripensando alle esperienze passate non avverrà in tempi così lontani, vista la consistenza ancora più bassa e, dunque, gli incentivi saranno appannaggio di chi, ancora una volta, si avvantaggerà per primo). Il meccanismo sembra essere per tutti identico, con lo sconto applicato dal venditore al momento dell'acquisto previa verifica, tramite internet, della capienza del fondo.
Mettendo da parte gli incentivi inutilizzabili dai più (nucleare, porti, gru, rimorchi, trattori, ecc.) provo a spiegare quelli che possono essere davvero utili per risparmiare qualche "piotta".
Acquisto di eco-case. E' il contributo di maggior rilievo, per un importo pari a 116€/mq(fino ad un risparmio massimo di 7.000€) per la classe A e 83€/mq (fino ad un risparmio massimo di 5.000€) per la classe B. Ad oggi non sembra che l'incentivo sia rivolto solo agli acquirenti di prima abitazione, dunque, se questo anticipo venisse confermato, chiunque può usufruine. Sembra che oltre all'attestato di certificazione energetica, occorra (nel caso di nuova abitazione) il parere dell'Enea-Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente (In attesa di chiarimenti è il massimo che posso anticipare).
Sostituzione mobili da cucina in uso con cucine componibili complete di elettrodomestici efficienti Scatta uno sconto del 10% del costo (nel limite massimo di singolo contributo pari a 1.000 euro). Il decreto attuativo ricorda come la nuova cucina componibile debba essere corredata dai seguenti elettrodomestici ad alta efficienza e in particolare da: frigorifero/congelatore in classe A+ e A++, forno in classe A, piano cottura a gas (se inserito) con dispositivo di sorveglianza fiamma, lavastoviglie (se inserita) in classe A/A/A (A, di efficienza energetica, A, di efficienza di lavaggio, A, di efficienza di asciugatura). Specifica importante: qualora qualcuno (o tutti) gli elettrodomestici non rientrassero nelle classi energetiche ad alta efficienza, il rispettivo prezzo di acquisto non concorre a formare il valore in base al quale viene calcolato il contributo.
Cappe climatizzate Bonus del 20% per un massimo di 500 euro.
Cucine di libera installazione Contributo del 20%, fino 100 euro. La sostituzione deve avvenire con cucine dotate di forno elettrico di classe A e piano cottura dotato di valvola di sicurezza gas.
Sostituzione piani cottura con un nuovo dotato di dispositivo di sorveglianza fiamma (Fsd) Contributo del 20%, fino a un singolo importo massimo di 80 euro.
Scaldacqua. Bonus del 20%, fino a un massimo di 400 euro, se si sostituiscono scaldacqua elettrici con installazione di pompe di calore ad alta efficienza dedicate alla sola produzione di acqua calda sanitaria.
Forni elettrici Contributo del 20% sul prezzo di costo (massimo di singolo contributo 80 euro) se di classe energetica non inferiore alla A.
Lavastoviglie 20% di sconto sul prezzo di costo, nel limite massimo di singolo contributo pari a 130 euro. Classe non inferiore ad A/A/A (A, di efficienza energetica, A, di efficienza di lavaggio, A, di efficienza di asciugatura)
scalda acqua a pompe di calore, stufe). Contributo massimo da 80 a 500 euro a seconda del prodotto. Meccanismo non sarà più quello della detrazione in dichiarazione dei redditi (obbligo di certificare il pagamento e fattura recante la classe di efficienza energetica) ma anche qui lo sconto presso il rivenditore.
Linee veloci per la connessione a Internet. Previsto un bonus per i giovani (max 30 anni) che acquistano nuovi pacchetti Adsl (sembra ad oggi di 50€ che corrisponde al costo medio dell'attivazione). Dato che questo genere di contratti si sottoscrivono in genere fuori dai locali commerciali, non è possibile fare previsione su come si usufruirà dell'incentivo ma la linea più probabile è quella dello sconto sulla prima fattura.
Capitolo due ruote. Grandi escluse le biciclette, tornano gli incentivi per gli scooter. Sostituendo un euro 0 o euro 1 con «un motociclo fino a 400 cc di cilindrata ovvero con potenza non superiore a 70 kw nuovo di categoria euro 3» si potrà avere un incentivo per il 10% del costo e nel limite massimo di singolo contributo pari a 750 euro. Bonus raddoppiato se si acquista un motociclo dotato di alimentazione elettrica doppia o unica. Il contributo verrà attuato esattamente come il precedente, attraverso uno sconto applicato al momento dell'acquisto e praticato direttamente dal rivenditore previa verifica della capienza del fondo (che lo scorso anno si esaurì nel giro di un paio di settimane).
Nautica da diporto (motori fuoribordo e stampi per scafi). Per i motori fuoribordo bonus del 20% del prezzo di acquisto e contributo massimo di mille euro. Stampi per scafi non nocivi per la salute dei lavoratori, contributo massimo di 200mila euro. Ad oggi non ho idea di come verrà applicato, in quanto la misura è nuova nel suo genere.
Realizzazione dei campionari tessili. Saranno agevolate tutte le imprese nazionali a prescindere dalla loro veste giuridica (dalle ditte individuali alle società di capitali). Lo sconto pare consista in una detassazione da Irpef o da Ires dei costi sostenuti e saranno dunque fruibili a partire dal 2011.
Piano casa Interventi di manutenzione ordinaria e alcuni interventi di manutenzione straordinaria, nel caso che non riguardino le parti strutturali dell'edificio, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento rispetto ai parametri urbanistici esistenti. Potranno reallizzarsi sin da subito, con una semplice comunicazione all'amministrazione comunale e senza necessità di presentazione della DIA (dichiarazione di inizio attività). Salvo non vi sia una legge regionale che lo vieta.
domenica 21 marzo 2010
Viaggio all'interno dei mercati: le azioni!
Senza entrare nel significato giuridico dei titoli azionari (per cui c'è il codice civile) vorrei sfatare un altro mito che molto spesso si usa ripetere: "le azioni non sono per i cassettisti!" oppure "le azioni vanno seguite!" (Ma cosa significa? Se compro un auto, non mi assicuro forse, quando mi sveglio, che sia ancora parcheggiata nel punto in cui l'ho lasciata il giorno prima o me ne frego altamente tanto sono assicurato?) Il discorso torna sempre al punto iniziale. Capire cosa si vuole ottenere dall'investimento e quali sono i nostri obiettivi di medio e lungo termine. A furor di popolo la risposta sarebbe ovvia: buon rendimento e capitale garantito, ma se quello che ho scritto in un post precedente è assodato, avremo ormai capito che ne l'uno, ne l'altro sono così sicuri. Ad esempio chi dubiterebbe del fatto che il Titolo di Stato sia il più sicuro anche se dà il più basso rendimento? Nessuno, forse. Ma se lo chiedessimo agli argentini (dopo la bancarotta dello Stato), ai greci (con la scure del rischio default che pende sulla testa) e senza andare troppo lontano, a noi italiani (con un rapporto debito/pil del 127%)? La risposta non sarebbe più tanto immediata. Allora perchè rischiare così tanto per essere remunerati così poco? Porto l'esempio al limite del paradosso. Se ho investito 10 anni fa €100 nei fondi Madoff o in Lehman ed ho guadagnato annualmente il 10%, in fin dei conti non ho forse ottenuto il 100% in interessi? E se invece avessi investito in un bond argentino al 2%? Dove è stata la perdita maggiore? Allora la seconda parolina da tener bene a mente quando si investe sui mercati azionari è: "diversificazione"! Ma è ancora troppo presto per iniziarne a parlare. Tornando alle azioni, prima di perderci ulteriormente nella vastità del discorso, mi riaggancio al fondamento di questi post: gli obiettivi. Se compro un'azione posso tenerla in portafoglio affinchè durante gli anni mi renda una certa percentuale del capitale investito (dividendo) o aprire delle "posizioni" di durata più breve per chiuderle quando i prezzi sul mercato volgono a mio favore: posso comprarla (al prezzo più basso) per rivenderla (al più alto): si parla in questo caso di posizione "long" o "rialzista"; posso venderla (al prezzo più alto) per comprarla (al più basso): posizione "short" o "ribassista". E nessuno mi vieta magari di entrare da "cassettista" (il termine che piace ai più) e cambiare strategia quando ho ottenuto ciò che mi ero prefisso in termini di capitale o rendimento. Tutto, sta nel tenere in considerazione il fatto che il valore dei titoli varia di continuo, perchè accade e se sono disposto a tollerarlo. In un mercato di concorrenza perfetta il valore di un titolo rispecchierebbe in ogni istante il reale valore economico del capitale della società (opportunità, reddito potenziale, flussi di cassa, ecc.) e qualora un titolo, a parità di condizioni, offrisse possibilità di rendimento superiore ad un altro, si investirebbe su di esso. Ciò farebbe aumentarne il prezzo e si annullerebbe quel vantaggio di cui si è appena parlato. I mercati reali, anche facendo di tutto per aumentarne l'efficienza, non saranno mai perfetti e le variabili che ne influenzano il prezzo sono molteplici (e talvolta sono anche create ad hoc per "giustificare" a posteriori l'andamento piuttosto che prevederlo): quadro macroeconomico o politico-sociale, risultati di periodo, eventi straordinari, semplice opportunità e umori. Supponiamo quest'ultimo caso. Il prezzo del titolo che io ho comprato a 10 scende a 8 perchè un grosso investitore sta disinvestendo dalla società. Ma i conti sono a posto, i ricavi stabili, i dividendi in crescita, le certificazioni senza rilievi: quale sarebbe il mio interesse a disinvestire dalla società se essa sta perfettamente realizzando quello che mi sono prefisso ed, anzi, perchè non cogliere l'opportunità per rafforzare la mia posizione su di essa? Il discorso è diverso se io fossi entrato nell'investimento attraverso un posizione "long" o "short". Avrei perso in termini di capitale nel primo caso e guadagnato nel secondo. Mi sarei potuto proteggere in tanti modi ma ogni protezione comporta comunque un costo (e quando è un grosso investitore a muoversi sul mercato ogni cautela presa può risultare inadeguata e gli effetti devastanti o meravigliosi, a seconda del punto di vista da cui lo si osserva). In questi casi, non c'è analisi tecnica del titolo che tenga: supporti, resistenze, candele giapponesi, medie mobili, indici di forza relativa vanno tutte a farsi benedire. Il market maker muove il mercato ed anche il trader più attento può venire risucchiato.
Quando si parla di Borsa allora è bene distinguere tra chi "scommette" e chi "investe".
Personalmente preferisco la seconda categoria. Sorretta dall'analisi fondamentale delle società e non di quella tecnica del titolo consente di guardare con più sicurezza all'investimento; ed anche se non ci rende immuni, di sicuro ci lascia più "tranquilli" e meno dipendenti dalle speculazioni e dagli umori del mercato nel breve e brevissimo periodo.
Giovanni Li Gioi
sabato 20 marzo 2010
Trading sul Forex in modo gratuito, ma reale!
Ma prima di parlare del prodotto è utile andare per ordine e fare qualche breve cenno.
ForEx. Il Foreign Exchange Market è il più grande mercato finanziario del mondo per numero e valore delle transazioni. Proprio per questo motivo ed il grandissimo numero di utenti è un mercato molto liquido e reattivo, aperto 24h/24 (tutti i giorni tranne i week-end). Su di esso vengono scambiate le valute: dollaro contro euro, dollaro contro Yuan, Euro contro Sterlina, ecc. definendo quindi il prezzo relativo di ogni "moneta".
CDF. E' un "meccanismo" che d, la possibilità di acquistare o vendere una certa quantità di valuta, merce, ecc. senza la necessità di disporre di mezzi per coprire tutto il controvalore ma solo la differenza tra prezzo di acquisto/vendita. In che modo? Forse è più difficile da spiegare che ad operarci! In primis: occorre un operatore che assicuri di seguire l'andamento del mercato e che ad ogni istante compensi guadagni e perdite sul conto.
Sul mercato corrente posso fare un'operazione finalizzata alla vendita, comprando un barile di petrolio sborsando 80€ e se il valore scende rivenderlo a 78€ con una perdita netta di 2€.
Con i CDF si ottiene lo stesso risultato (dell'operazione di vendita precedente) anche se non compro realmente il barile, ma mi impegno ad onorare la differenza tra prezzo di apetura e di chiusura. Mi spiego. Apro una posizione "long" al prezzo corrente di 80€ sperando di rivendere a 82€, ma, per mia sfortuna, il prezzo scende. Poichè sto perdendo decido di chiudere la posizione a 78€. Avendo aperto a 80 e chiuso a 78 anche in questo caso ho perso 2€. Morale della favola: non mi occorrono 80 euro per operare su questa posizione, ma solo 2 (in quanto la controparte è sempre presente al prezzo corrente, essendo il broker stesso). E' come se quando chiudo la posizione ricevessi quei 78€ a cui aggiungendo i miei 2€ ripagassi l'impegno di aver comprato a 80€. Per operare in questo modo basta depositare una frazione (il margine di garanzia di cui ho parlato prima) al fine di garantire la controparte delle transazioni nel caso in cui le valute, gli indici, ecc. abbiano corsi svantaggiosi per l'investitore (ad esempio se il prezzo del petrolio fosse sceso non di 2€ ma di otto e non ho soldi sul conto bonus, la differenza viene "pelevata dal margine di sicurezza".
Leva Finanziaria. Operare con i margini o CFD, permette di utilizzare la leva finanziaria. Cioè posso comprare la variazione non solo di un barile ma di 10, 100, 1000. Importante che per ogni quantitaivo abbia a disposizione quel margine di sicurezza di €12,50.
Svantaggi: possibilità di mandare in fumo una grande quantità di capitali a causa di piccole variazioni di prezzo che sul mercato corrente non verrebbero nemmero rilevate. Estrema elasticità dei prezzi delle valute e delle commodities a minime variazioni delle informazioni, che per l'enorme bacino di utenza diventa impossibile tenere sotto controllo. Il cambio €/$ ad esempio è influenzato dall'inflazione in Cina, dal prezzo del petrolio, dal salvataggio della Grecia in Europa, dal debito italiano, dalle elezioni in Gran Bretagna, dalle previsioni dell'Ocse o dei risultati della Bce, dalle decisioni della Fed, da un discorso di Obama, Trichet, Geithner, Barroso, dal lancio di un missile in Antartide da parte della korea, da Google che chiude la sede in Cina, dalla Fiat che la apre, (spero renda l'idea) ecc.
venerdì 19 marzo 2010
La Borsa, questa sconosciuta!
Magari si continua allora ad investire in conti deposito offerti da banche di diritto straniero a cui si accede solo possedendo già un conto corrente presso un altra banca e cui molto spesso bisogna pagare delle commissioni per i bonifici (di cui quasi sicuramente non si conosce fatturato, esposizione debitoria, patrimonio ma ci fidiamo a prescindere perchè ne vediamo gli spot in televisione 16 volte al giorno); in titoli del debito pubblico che affrono un rendimento incosistente e i cui dirigenti per moralità non hanno nulla da invidiare ai vari Tanzi, Cragnotti, Madoff; in fondi di investimento per cui la legge obbliga solo a mantenere una certa proporzione tra titoli diversi ai fini della loro classificazione in bilanciati, monetari, azionari, hedge, ecc. ma che rimette sostanzialmente al gestore la scelta delle operazioni da effettuare e dei titoli su cui operare (ed è pressochè impossibile conoscere la lista dei prodotti in portafoglio); piuttosto che in un'impresa italiana che magari produce utili da dieci anni, con debito perfettamente strutturato, di cui l'andamento è visibile e trasparente (in italiano e direttamente dal sito di Borsa ).